Perché è così difficile rivolgersi ad uno Psicoterapeuta? Che cos’è che spinge alcune persone a rimandare la fatidica telefonata o a non farla assolutamente?
Quando ad appesantire la quotidianità sono dolori fisici, non sia ha difficoltà a rivolgersi a degli Specialisti ma se a complicare le giornate è un disagio interiore, emotivo, relazionale, ricercare l’aiuto di un clinico diventa esso stesso un problema d’affrontare.
A volte, nonostante la motivazione e la consapevolezza di avere bisogno di un aiuto psicologico, ci si può sentire comunque bloccati nel contattare uno Psicologo o uno Psicoterapeuta.
A ritardare o impedire la richiesta di un aiuto professionale intervengono spesso: timore, vergogna, senso di sconfitta, diffidenza ma anche una serie di false credenze riguardo la natura e validità del percorso psicologico; allora si prende tempo, si prova a superare il proprio disagio da soli o rivolgendosi ad amici e familiari, con il rischio di prolungare la situazione di sofferenza ma soprattutto con la possibilità che la stessa si acutizzi e strutturi in maniera rigida.
Nel presente articolo cercherò di percorrere gli stati emotivi ma soprattutto di sfatare i pregiudizi che, molto spesso, impediscono alla persona di tutelare pienamente il proprio benessere bio-psico-sociale.
A rendere complessa la decisione di contattare uno Psicoterapeuta intervengono molteplici emozioni tra cui: imbarazzo, vergogna, timore, senso di sconfitta, ma anche una serie di false credenze, riguardo questa figura professionale ed il percorso psicologico che ancora oggi sono presenti e fortemente condizionanti. Accade così che molte persone finiscono per tutelare solo in parte la propria salute, con gravi ripercussioni a livello intra- ed inter-personale.
È normale provare imbarazzo, vergogna, sentirsi a disagio di fronte ad un professionista che, di fatto, all’inizio è comunque un perfetto estraneo. Così com’è normale temerne il giudizio ed essere diffidenti nei suoi confronti.
Ci vuole tanta forza e coraggio per decidere di comporre quel numero ed è necessario costruire un rapporto di fiducia prima di potersi affidare completamente a quel Clinico.
Il Terapeuta, nel suo agire professionale, è sempre guidato dai dictat della sospensione del giudizio e dell’ascolto rispettoso che sono regole ferme della formazione e della pratica clinica ma il Paziente ha bisogno di farne esperienza per riconoscerle.
È solo durante un periodo di conoscenza e sperimentazione reciproche che Paziente e Terapeuta possono co-costruire quell’alleanza di lavoro e fiducia che consentono alla persona di sentirsi pienamente libero di aprirsi all’Altro, oramai, non più così estraneo!
Il senso di sconfitta, che alcuni pazienti avvertono all’inizio del percorso psicologico, viene meno nel momento in cui si rendono conto che si tratta di “un viaggio a due” che porta alla riscoperta attiva e compartecipata delle loro potenzialità e risorse sane, fondamentali per la soluzione del disagio portato.
Insieme ad intense emozioni anche numerose false credenze incidono, fortemente, sull’inizio del percorso psicologico.
Tra i pregiudizi che ostacolano o ritardano la richiesta d’aiuto i più ricorrenti sembrano essere:
Proviamo insieme l’impresa di sfatare tali credenze! Iniziamo con :
Io non ho bisogno dello Psicoterapeuta non sono mica matto!
In realtà chi sceglie di intraprendere un percorso di Psicoterapia non è assolutamente il folle, descritto nell’immaginario comune ma una persona che intende risolvere le proprie problematiche e migliorare il proprio benessere. Chiedere aiuto denota coraggio ma, soprattutto, il riconoscimento dei propri limiti e la consapevolezza di avere una difficoltà.
La Psicoterapia non è “la terapia per i malati di mente” ma un importante percorso che porta a: approfondire la conoscenza di se stessi, ritrovare la fiducia in sé, favorire la propria autonomia e rafforzare l’autostima, in una fase della vita in cui non si è in grado di utilizzare al meglio le proprie risorse e capacità interiori.
Gli psicologi ti analizzano la mente e ti mettono in testa strane idee!
La relazione terapeutica non comporta l’imposizione di un nuovo modo di essere ma aiuta ad individuare nuovi punti di vista e nuove strategie per affrontare difficoltà e riconoscere e gestire, al meglio, emozioni e situazioni che, in alcuni momenti, possono essere motivo di blocco e profondo malessere. Lo Psicoterapeuta aiuta e sostiene il Paziente nell’ambito di un percorso clinico co-costruito, in cui quest’ultimo può, se motivato, ritrovare attivamente e consapevolmente, le risorse di cui ha bisogno per comprendere e superare il disagio interiore e relazionale che sta vivendo.
In alcune persone vi è poi, la preoccupazione che il clinico, facendo leva proprio sulle sue capacità professionali, possa in qualche modo condizionare il proprio modo di pensare. Di fatto il Terapeuta non affida la sua professionalità a tecniche di manipolazione della mente ma ha rispetto dell’autonomia del Paziente e si astiene dall’anteporre il proprio sistema di credenze e valori a quello del proprio assistito.
Che dire poi dell’affermazione: Perché pagare uno psicologo quando posso parlare gratis con un amico o un parente?
Contrariamente a quanto alcuni possano credere, parlare con un amico o un familiare non è esattamente la stessa cosa che intraprendere un percorso di Consulenza psicologica o di Psicoterapia con un Clinico.
Quando si viene assaliti da “un dubbio” o da “un problema” rivolgersi a familiari ed amici, è sicuramente importante, perché può aiutare a stare meglio ma quando ciò che si sta vivendo procura un disagio persistente ed invalidante la vita quotidiana, è fondamentale rivolgersi ad un professionista qualificato.
Il Terapeuta, diversamente da parenti ed amici, possiede accanto a capacità di comprensione empatica anche conoscenze cliniche e competenze metodologiche per affrontare il trattamento di difficoltà strutturate e persistenti e per la prevenzione di eventuali “malesseri psicologici invalidanti”.
Il legame familiare o di amicizia, può essere addirittura di ostacolo alla comunicazione dei pensieri e comportamenti disturbanti, perché , a volte , questi, possono essere vissuti e considerati come troppo strani ed inaccettabili per poter essere comunicati a chi ci conosce bene. Si può avvertire il timore che rivelare al partner o ad un amico ciò che fa stare male, possa in qualche modo condizionare la relazione e creare distanza oltre che far sentire giudicati.
L’ascolto che il professionista è in grado di offrire, invece, è un ascolto clinico non giudicante, che proprio perché non dettato da un coinvolgimento affettivo, ma professionale, è in grado di favorire una totale apertura e fiducia da parte del Paziente e di garantirgli la certezza che quanto rivelato non danneggerà in alcun modo la relazione e non verrà mai riferito ad altri. Diversamente da quanto accade nel confronto con un parente o un amico, infatti, ciò che viene condiviso nell’ambito della relazione terapeutica è coperto dal segreto professionale.
Altra perplessità che rinvia il prendere contatti con uno Psicoterapeuta è la classica domanda:
Come può il semplice parlare risolvere i miei problemi?
Parlare aiuta a modificare il modo in cui diamo significato alle cose che ci circondano e agli eventi che ci accadono. Il dialogo con il Terapeuta può aiutarci ad affrontare, in modo diverso e più funzionale, le difficoltà che pesano sulla nostra quotidianità. La relazione terapeutica arricchisce il Paziente con nuovi punti di vista possibili, capaci di dipanare quella matassa di pensieri ed ansie che a volte lo fanno sentire bloccato, appesantito e stanco.
Così la “semplice cura della parola” permette di risolvere problemi che prima sembravano non risolvibili, riscoprendo ed attivando risorse e potenzialità e orientando verso l’esperienza di nuovi apprendimenti.
Un’altra convinzione che ostacola l’inizio di un percorso di Psicoterapia, insieme alle affermazioni sinora discusse, è sicuramente la ricorrente espressione:
Un’altra convinzione che ostacola l’inizio di un percorso di Psicoterapia, insieme alle affermazioni sinora discusse, è sicuramente la ricorrente espressione:
La Psicoterapia è troppo lunga e costa troppo!
Iniziamo con il dire che non tutte le Psicoterapie durano anni! Ma è sicuramente vero, anche, che la durata esatta di un percorso psicoterapeutico non è definibile a priori.
La lunghezza temporale di una Psicoterapia è strettamente legata, infatti, ad una serie di fattori incidenti quali:
così come fortemente incidente è quanto quella specifica coppia Terapeuta-Paziente riesce a fare insieme, ovvero “l’alleanza di lavoro” e quindi la fiducia che i due riescono a stabilire in un percorso che è e deve essere co-costruito.
Le dimensioni soggettiva ed inter-soggettiva incidono fortemente sulla lunghezza della terapia.
Per cui la Psicoterapia dura, in genere, il tempo necessario a quella coppia terapeutica, a lavoro insieme, di raggiungere il benessere del Paziente.
Per quanto concerne il costo, è vero che il percorso clinico prevede, anche, un impegno economico da parte del Paziente, oltre che emotivo! Tuttavia è un onere che può essere discusso e concordato con il Terapeuta, in modo tale che si tratti sempre di una spesa adeguata e sostenibile.
La spesa della Psicoterapia è un argomento che può essere affrontato all’interno delle sedute poiché costituisce uno dei modi per il Paziente di individuare e definire le proprie priorità ma, soprattutto, di concedersi “uno spazio” per se stesso in cui ristabilire il proprio benessere.
Se si riescono a superare emozioni ostative e pregiudizi, è possibile tuttavia, che continuano, ad esserci alcuni dubbi che rendono complessa la richiesta d’aiuto. Infatti anche la persona decisa a fare la fatidica telefonata, a volte, prima di compiere il grande passo ha bisogno di trovare risposta ad alcuni importanti interrogativi:
Come capire che è arrivato il momento giusto per chiedere aiuto ad un clinico?
Come si fa a comprendere qual è il Terapeuta giusto?
Esiste un solo tipo di Psicoterapia?
Sono questi, tutti interrogativi che è assolutamente normale ed umano porsi e a cui è importante poter dare una risposta, nel decidere di intraprendere un percorso sia esso di Consulenza Psicologica o di Psicoterapia, per cui cercherò di rispondere ad ognuna di queste domande, nel modo più esaustivo possibile in un prossimo articolo.
Dott.ssa Lorella Carotti
Psicologa e Psicoterapeuta a Rieti
Psicologa e Psicoterapeuta
Partita IVA 01066200575
Iscritta all'Ordine degli Psicologi della Regione Lazio col n. 16612