L’incontro con il partner”, talvolta sembra essere l’esito tanto atteso, del tentativo tenace di costruire un’alternativa migliore, alla precedente esistenza ed un modo per rendere più ricca e soddisfacente la vita futura.
Il processo che porta alla formazione della coppia: l’innamoramento è caratterizzato da meccanismi di idealizzazione totale di sé e dell’altro.
Ciascun partner propone, inconsapevolmente, all’altro e a se stesso, un’immagine ideale di sé ed il partner è attratto da questa, nella misura in cui corrisponde alla soluzione di antichi bisogni.
L’Altro, in questa fase, viene vissuto come, l’unico capace di dare una risposta a ciò che si sta cercando da tempo! È l’unico che ci comprende, che sa esattamente ciò di cui abbiamo bisogno e che in ogni suo gesto riesce a farci stare bene.
È come se, improvvisamente, bisogni vitali, fino a quel momento repressi, riemergessero per essere, finalmente, soddisfatti ed appagati.
Ciò che contraddistingue e guida la coppia, in questo momento della relazione a due, è il forte “bisogno di soddisfare” e “di essere soddisfatti”, per cui ciascun partner tende a concentrare ed a proiettare sull’altro, un complesso insieme di aspettative.
Nella relazione con l’altro viene ricercata, in particolare, una dimensione di intimità e di costanza affettiva, in grado di garantire una continuità rassicurante con le precedenti esperienze relazionali ed affettive ma, anche, di introdurre, potenzialità trasformative, creative oltre che riparative; l’incontro con il partner rappresenta, infatti, per ognuno, anche un’opportunità di crescita, affermazione e maturazione. La coppia, che si viene a formare, non è la semplice unione di due individui ma è l’incontro di due storie.
Entrambe i partner portano all’interno della relazione a due, un insieme di fantasie, desideri e bisogni che appartengono non solo alla storia attuale ma, anche, al proprio mondo interno individuale ed alla propria storia familiare.
Ciò che caratterizza la relazione, durante l’innamoramento, è infatti, la possibilità di potersperimentare attraverso questa esperienza nuova e condivisa: il cambiamento, ed insieme quella di poter curare le proprie parti sofferenti e trovare soluzioni a problemi antichi e non risolti.
Una forte idealizzazione, di sé stessi, dell’altro e del rapporto, dunque, accompagna questa fase in cui, preda di una profonda illusione, lui e lei si propongono, l’uno all’altra, come una sorta di “terra promessa”.
Il ricercare ed aspettarsi dall’Altro tutto ciò, non è, necessariamente, da considerarsi negativo o disfunzionale, fin tanto che rimane utile alla crescita ed allo sviluppo della relazione e della reciproca conoscenza, mentre, lo diventa, nel momento in cui viene usato per risolvere tematiche interne individuali. Perché il rapporto di coppia evolva e si consolidi nel tempo, è necessario accettare l’altro per ciò che realmente è: un individuo con proprie caratteristiche ed esigenze e non “il salvatore”. Riconoscere, accettare ed ascoltare il partner come individuo diverso da sé, insieme alla capacità di mutare il proprio ruolo in funzione dei bisogni dell’altro, fornisce alla coppia la flessibilità relazionale necessaria al suo consolidamento.
L’innamoramento o la scelta del partner è scarsamente legato alle caratteristiche proprie della persona con cui si è deciso di condividere la propria esistenza! Infatti, molto spesso accade che anche se tutte queste caratteristiche rimangono inalterate, l’amore finisce e la coppia scoppia.
Ciò probabilmente accade perché tendiamo ad innamorarci dell’immagine che l’altro ci rimanda di noi e di quella che a lui rimandiamo.
Vincoli non consapevoli, di natura affettivo-emotiva relativi all’attesa che ciascun partner ha nei confronti dell’altro, accompagnano e legano la coppia nell’illusione di reciproca soddisfazione di bisogni consci e non; l’illusione di soddisfare ed essere soddisfatti può costituire il nucleo problematico con cui lei e lui si misureranno, con esiti diversi, nelle fasi successive del ciclo vitale.
Ad un certo punto della vita insieme è come se l’altro smettesse di esser chi di diceva di essere per trasformarsi in un estraneo indifferente ed insopportabile.
Arriva la crisi, in cui l’esperienza soggettiva di entrambe i partner è di sentirsi vincolati, bloccati, come paralizzati dagli atteggiamenti e dai comportamenti dell’altro, condizione questa che finisce per incastrare la coppia in circuiti viziosi di mutua recriminazione e denigrazione.
Intimità, comprensione, sostegno, complicità e passione, cedono il passo a: incomunicabilità e delusione e la “relazione a due”, da fonte di felicità immensa, diviene teatro di dinamiche difficili ed apparentemente non superabili. Lui e Lei si ritrovano chiusi in una sorta di vicolo cieco, apparentemente, senza nessuna via d’uscita.
La volontà di cambiare e le strategie attuate per risolvere i problemi che paralizzano la coppia, non sembrano essere funzionali allo scopo, tanto che, gli stessi tentativi di risoluzione delle conflittualità, finiscono per divenire dinamiche ripetitive che alimentano e rafforzano le divergenze anziché risolverle.
Un profondo stato di disagio insieme ad un clima relazionale scandito da pesantezza e da una forte sensazione di impotenza, finiscono per accompagnare la vita quotidiana, non soltanto, dei due partner ma, inevitabilmente, anche quella dell’intera famiglia, soprattutto se ci sono dei figli.
Ci si studia reciprocamente, come se ci si trovasse solo ora, per la prima volta, realisticamente l’uno di fronte all’altro e difetti ed incompatibilità emergono dirompenti nella loro estrema chiarezza. La profonda delusione, di tutte le aspettative riposte sul partner, fa sorgere dubbi circa la possibilità di poter continuare a vivere un rapporto così tanto distante da come lo si era immaginato.
È in questa fase che la coppia cerca un aiuto.
Dopo un periodo caratterizzato dal lasciar correre e dall’aver appreso l’arte del non dire e del non fare, quando i livelli di risentimento e malessere superano oramai ogni limite di umana sopportazione, nella mia esperienza clinica, chi solitamente propone al partner, un aiuto esterno e prende poi l’iniziativa di rivolgersi ad un Terapeuta, è la donna; mentre l’uomo, chiama, più frequentemente, quando la crisi riguarda la coppia genitoriale, alle prese con un rapporto problematico con un figlio.
L’evitare la discussione, per il timore dello scontro, porta a mettere in atto strategie d’evitamento del confronto e di limitazione della comunicazione all’interno della coppia; una modalità, questa che, si rivela estremamente disfunzionale poiché, di fatto non elimina il temuto conflitto ma porta al crearsi di argomenti e contenuti di cui non si può parlare che, rimangono non elaborati e non elaborabili; il risentimento e disaccordo che ne derivano, finiscono, dunque, per essere espressi solo, indirettamente, attraverso manifestazioni varie di disagio, anche di tipo sintomatologico.
Dinamiche altamente conflittuali, dove il conflitto non è assolutamente costruttivo ed il motivo del litigio è secondario ad una vera e propria lotta tra le parti, divengono il leitmotiv della quotidianità insieme.
Il percorso psicoterapeutico, può costituire un modo per uscire dalla situazione di stallo, da quella condizione d’impasse che imprigiona i partner in una quotidianità caratterizzata da una sensazione di profonda delusione e sotterranea impotenza.
Nell’ambito della psicoterapia di coppia, lui e lei trovano un contesto protetto e contenitivo in cui, sostenuti dal Terapeuta, hanno la possibilità di nominare e condividere emozioni e vissuti che appartengono, al contempo, alla loro storia di coppia e a quella individuale; ciascun partner, come in precedenza sottolineato, porta all’interno della relazione a due, anche, fantasie, desideri ed angosce, che appartengono al suo mondo interno ed alla storia familiare precedente.
Il percorso di coppia favorisce: il ritrovare il senso del “noi” come dimensione mentale condivisa e di acquisire nuovi punti di vista nell’affrontare i problemi, così come la possibilità di individuare modalità nuove e più efficaci di percepire e di comunicare con l’altro.
Ne consegue, che la psicoterapia di coppia costituisce un’esperienza utile, non soltanto alla coppia che attraversa un momento di crisi, ma anche per quella che, pur vivendo una buona sintonia relazionale, avverte il bisogno di consolidare la propria unione, migliorando le modalità di comunicazione e approfondendo la conoscenza dell’altro, al fine di affrontare con maggiore efficacia cambiamenti, eventi normativi e paranormativi della vita insieme, coniugale e genitoriale.
Riferimenti Bibliografici
Dott.ssa Lorella Carotti
Psicologa e Psicoterapeuta a Rieti
Psicologa e Psicoterapeuta
Partita IVA 01066200575
Iscritta all'Ordine degli Psicologi della Regione Lazio col n. 16612