Quando si parla di violenza contro la donna, la prima manifestazione di sopraffazione, che viene subito alla mente, consiste in tutti quegli atti di maltrattamento e aggressione fisica o sessuale di cui la donna è vittima da parte di aggressori estranei. Sempre più spesso, invece, la violenza, viene agita, in forme diverse e subdole, tra le mura domestiche, perpetrata dal partner o ex partner e vissuta nel silenzio dalla donna, perché più difficile da riconoscere e d’accettare.
Non sempre la donna si trova di fronte ad una violenza fatta di scoppi d’ira e/o abusi fisici come nel caso della violenza fisica e/o sessuale; a volte la violenza che subisce è muta, insidiosa, fatta di silenzi ostili e vissuta all’interno di relazioni di coppia “perverse”, “patologiche” in cui la donna viene annientata nel suo essere, sto parlando della violenza psicologica o Gaslighting, che sarà il tema di questo articolo.
La violenza psicologica viene indicata anche con Il termine inglese Gasligthing, che nella Letteratura anglosassone viene per l’appunto utilizzato per indicare comportamenti messi in atto allo scopo, più o meno cosciente, di far sì che l’altra persona dubiti di se stessa e del suo giudizio di realtà al punto da sentirsi confusa e di temere di stare impazzendo. Il Gaslighting è, infatti, una subdola azione di manipolazione mentale che la persona abusante mette in atto, quotidianamente, per minare alla base la fiducia che la vittima ripone in sé stessa e nei suoi giudizi di realtà.
La violenza psicologica o Gaslighting solitamente si esplica all’interno di una “coppia consolidata” e costituisce una vera e propria: perversione di tipo relazionale. È importante qui chiarire che quando parliamo di perversione non facciamo riferimento alle perversioni sessuali e quindi alle Parafilie e ai disturbi dell’identità di genere di cui ci parla il DSM IV TR; ma di perversione nel suo significato letterale di : comportamento distorto e che distorce la realtà, e che è in grado di far del male e di umiliare l’Altro. Meltzer a tal proposito afferma: “ … l’essenza dell’impulso perverso è di trasformare il buono in cattivo conservando la parvenza di bontà”. Nella relazione perversa, infatti, si tende alla negazione e trasformazione di alcuni aspetti della verità.
La violenza psicologica è fatta di “attacchi e piccoli atti perversi” agiti quotidianamente mediante parole apparentemente insignificanti, allusioni, non detti, che insinuandosi lentamente nelle dinamiche coniugali, arrivano a destabilizzare psicologicamente la donna senza che essa ne abbia una reale cognizione. Trattandosi di aggressioni sottili che non lasciano tracce fisiche evidenti, sono molto difficili da riconoscere sia da parte di un osservatore esterno che da parte della vittima stessa, anche perché spesso sono culturalmente accettate! Capita così che chi è testimone di tali comportamenti, spesso tenda ad interpretare quanto osserva, semplicemente, come “rapporti conflittuali o passionali” tra due persone che si amano e non come ciò che realmente sono: un violento tentativo di distruzione psicologica dell’altro.
Cerchiamo ora di capire chi è il Gaslighter, ovvero colui che pone in atto la violenza psicologica e qual è il suo modus operandi, premettendo e precisando che non è possibile delinearne un profilo unico ed esaustivo dello stesso, in grado di spiegarci il perché della violenza da esso agita, poiché ogni aggressore possiede una sua peculiare personalità e dunque caratteristiche che lo distinguono da ogni altro potenziale offender. Tuttavia si possono individuare tre tipi di gaslighter:
Secondo alcuni studi il gaslighter è, in ogni caso, un: narcisista perverso. Il narcisista perverso è un manipolatore, un individuo che ha bisogno di sminuire l’altro per acquisire una buona stima di sé, è un soggetto che non si mette mai in discussione, che non può vivere il conflitto nella propria interiorità ma che deve necessariamente collocarlo all'esterno, "scaricarlo" sulla vittima designata per liberarsi di esso e dell'ansia che ne deriva e che, per questo, suscita intorno a sé un clima di disagio e paura.
Caratteristica essenziale della struttura di personalità narcisistica è l’indifferenza nei confronti dell’altro, che esiste solo in quanto utile per i bisogni del narcisista, per il rinforzo della sua autostima.
L’altro viene deumanizzato allo scopo di ottenerne il controllo ed impedirne l’autonomia psicologica e fisica.
Per quanto concerne le modalità attraverso le quali il Gasligther agisce al violenza psicologica, possiamo definirle e descriverle nei termini di dinamiche relazionali perverse, che di seguito descriverò. La “dinamica relazionale perversa” è caratterizzata da un controllo premuroso che via via diviene ciò che realmente è: un possesso punitivo.
Il controllo viene spacciato per premura, l’ostilità per ironia, la manipolazione per interesse e accudimento.All’inizio, la relazione con un partner che combina il fascino del narcisista e la strategia del perverso, può essere molto gratificante per la donna! L’individuo perverso, ha infatti, un talento del tutto speciale nello stimolare, coinvolgere e affascinare l'altro finché non ne ha ottenuto il completo possesso.
Nelle prime fasi della relazione prevalgono un comportamento ed un atteggiamento da parte del partner che, fanno sì che la donna si senta molto coinvolta e possa avere, addirittura, la sensazione di vivere il rapporto più importante della sua vita.
Il gasligther usa, ad arte, frasi del tipo:
Il corteggiamento viene agito, non solo verbalmente, ma anche mediante regali e/o con l’offerta di accompagnare la donna : a fare la spesa piuttosto che da un’amica o casa di parenti, con la scusa di non farla stancare; o in un qualsiasi ufficio: perché potrebbe non trovare parcheggi e perché è meglio andare in due! Magari vedendola insieme ad un uomo potrebbe essere trattata meglio e lui la potrebbe aiutare nel caso di difficoltà; allo sportello del bancomat, perché sarebbe pericoloso per una donna andare in giro da sola con i tempi che corrono! Insomma , ovunque possibile! Con la finalità dichiarata di farlo per avere il piacere di starle vicino e di fare le cose insieme, in realtà facendolo per esautorarla sempre di più sul piano pratico e mentale.
Questo controllo-premuroso, che seduce e manipola al tempo stesso, infatti,crea quella condizione di penetrabilità emotiva che rende possibile la presa di possesso della mente dell’altro. Il narcisista perverso riesce, lentamente a instillare l’idea che: lui solo sa che cosa l’altra vuole veramente e di che cosa ha realmente bisogno. Lei lo lascia fare, si sente lusingata, nessuno l’ha mai capita così! Nessun altro uomo è riuscito a leggerle dentro come fa Lui!
Nel frattempo la dinamica perversa lentamente e impercettibilmente ha chiaramente intaccato il senso critico della «vittima», per cui ,quando il vero e proprio maltrattamento comincia a manifestarsi la «vittima» è la prima a non essere in grado di riconoscerlo! La perdita della capacità di fare un corretto esame della realtà è, infatti, una delle principali conseguenze della relazione con un narcisista perverso; attuando un vero e proprio “lavaggio del cervello” il G. inizia ad alternare messaggi minacciosi ad altri rassicuranti, che squalificano, ciò che, magari poco prima, è accaduto.
La comunicazione stessa diviene “perversa” per cui il linguaggio utilizzato nei confronti della partner diviene ricco di sottintesi, allusioni, senza nessuna concreta risposta alle domande poste; i messaggi che le invia sono deliberatamente vaghi ed imprecisi a volte paradossali perché è incongruo l’uso che fa dei vari livelli della comunicazione verbale e non verbale e comunque sempre finalizzati a disorientarla ad instillare in lei il dubbio su qualsiasi questione affrontata. Fondamentalmente, si tratta di trasmettere sensazioni ostili senza esprimere mai niente in modo esplicito, allo scopo di impedire un reale scambio comunicativo.
Non mancano , tuttavia, momenti nella relazione di coppia in cui l’atmosfera è resa sgradevole da chiare parole di derisione, da sarcasmo ed evidente disprezzo che il g. ha nei confronti della sua “amata” compagna.
Quando cominciano le critiche da parte di lui, sempre vaghe e non contingenti, lei cerca di reagire, ma si sente allora accusare di essere troppo sensibile; non può parlarne, non sa come affrontare il problema perché lui banalizza ogni tentativo che lei fa di parlare di ciò che avviene nella relazione, squalificandola.
Così lei tace, e in questo modo finisce per isolare sé stessa e proteggere lui. Poi gli attacchi si moltiplicano, si passa alla derisione, agli insulti, alle minacce.
Frasi tipiche utilizzate dal Gasligther possono essere le seguenti :
E la vittima? Quali sono le sue caratteristiche di personalità?
Questo sarà il tema del prossimo articolo!
Dott.ssa Lorella Carotti
Psicologa e Psicoterapeuta a Rieti
Psicologa e Psicoterapeuta
Partita IVA 01066200575
Iscritta all'Ordine degli Psicologi della Regione Lazio col n. 16612